In questo momento 3 parole sono su tutte le labbra, in tutti i media del mondo e in tutte le lingue, vale a dire il Covid-19, isolamento e distanziamento sociale. Queste tre parole ci portano a riflettere, a porci tante domande, ad interrogarci sulla nostra responsabilità.
Se tutti sappiamo che Covid-19 è un virus pericoloso, che corre a una velocità che non siamo in grado di controllare, che è invisibile, il che lo rende ancora più spaventoso, non sappiamo però da dove viene, da chi o cosa, quando e dove può arrivare. Questo a volte va oltre i nostri pensieri. Così molti di noi si limitano a parlare del Covid-19 come di un nemico invisibile.
Per quanto riguarda il confinamento, anche questa parola in voga, è una delle soluzioni per prevenire questo pericolo. Davanti a un nemico mortale e invisibile che non siamo in grado di controllare la paura si annida nella mente degli esseri umani e l’unica soluzione è isolarsi, nascondersi per evitare di essere contagiati. Questa paura o desiderio di nascondersi risale all’antichità, infatti, diversi passi della Bibbia possono testimoniarlo, a partire dai discepoli, ai quali nascosti nelle loro tante è apparso Gesù Cristo per confortarli e incoraggiarli. Quindi la domanda che ci si pone in questo momento di isolamento, è: ‘qual è lo stato d’animo di ognuno di noi?’ Qual è la lezione che traiamo da questa esperienza? Qual è il messaggio per ognuno di noi, rispetto a ciò che pensavamo di essere prima e ciò che siamo ora? La sicurezza che pensavamo di avere, come i nostri soldi, le nostre guardie del corpo, i nostri genitori, i nostri beni, ecc.? Di fronte a questa situazione di isolamento e davanti alla paura del contagio o di entrare in contatto con il nemico invisibile, ci siamo chiesti se abbiamo sbagliato a considerare certe cose più importanti di altre nella vita? Questo nemico invisibile colpisce i ricchi come i poveri, le autorità come i semplici cittadini, le grandi nazioni, potenze economiche e militari come le piccole nazioni.
Piangiamo i nostri cari spazzati via da questa malattia e temiamo per il nostro futuro, quando passerà questa piaga? Ognuno di noi attraverso questa paura, capisce l’importanza della vita, quanto la vita sia preziosa, ognuno vuole salvare la propria vita a tutti i costi.
Dal momento che abbiamo capito quanto la vita sia preziosa e temiamo per la morte, abbiamo riflettuto abbastanza o approfittiamo sufficientemente di questo momento di isolamento per riflettere su quanto siano importanti i nostri cari, i nostri amici, i nostri fratelli? Abbiamo capito veramente che la nostra vita ha più significato quando siamo in contatto con gli altri rispetto a quando siamo soli e isolati? Abbiamo capito che la nostra vita ha significato solo in rapporto con gli altri e non in base ai beni che possediamo? Adesso i nostri beni materiali sono inchiodati con noi nei nostri recinti, e poche persone considerano questi beni come noi consideriamo i nostri amici, fratelli e parenti! Ascoltare la voce di un caro amico al telefono diventa più interessante che prendere un aereo per un viaggio turistico, o andare a leggere da soli un libro sulle coste del lago, per sfuggire il caos della città.
Parlando del distanziamento sociale, ognuno ha il proprio modo di interpretarlo.
Personalmente, nel momento in cui le autorità ci hanno invitato a rispettare il distanziamento sociale, ho capito che la mia salute dipende anche dalla salute degli altri, quindi poiché io desidero essere sano, devo permettere anche agli altri di esserlo. “Si dice che quando i vicini bruciano, devi aiutarli a spegnere il fuoco, prima che incendi anche la tua casa”; questo è vero, il problema è iniziato in una città cinese e tutti pensavano che fosse un problema di quell’angolo del mondo, ma è curioso come in poco tempo, il mondo intero è stato colpito dalle fiamme e in breve questo flagello è diventato una pandemia, senza fare sconti a nessuno. Quindi tutti dobbiamo combatterlo, rispettando le misure di prevenzione. Questo per dire che il nostro il benessere dipende da tutti, senza eccezioni. La gioia delle persone e un mondo sano, dipendono dal coinvolgimento di tutti noi, non dalle autorità o da coloro che dichiarano di essere i guardiani del tempio, ma da tutti: ricchi, poveri, autorità, cittadini comuni. Aggiungo che anche gli altri esseri viventi in natura, come alberi, animali, ecc. giocano un ruolo importante nella nostra felicità e nella gioia di ogni giorno.
Sono felice del fatto che accanto a queste 3 parole (Covid-19, isolamento, distanziamento sociale), compare anche la parola solidarietà. Molti hanno riabbracciato la solidarietà e la carità. Questa emergenza ci porta a pensare agli altri e a condividere con gli altri ciò che possiamo, per aiutarli a vivere meglio. Un uomo solidale e caritatevole è colui che simpatizza con gli altri e cerca di mettersi al loro posto per comprenderne i diversi problemi. Vorrei concludere dicendo che dobbiamo aprire i nostri cuori agli altri, dobbiamo comprendere le loro azioni per poterli aiutare al meglio e amarli, piuttosto che abbandonarli, odiare e scappare.
Con il confinamento, comprendiamo che a volte le nostre case, pur dotate di tutti i comfort possibili, potrebbero non essere abbastanza senza il contatto con le altre persone; i nostri familiari sono importanti ma non sufficienti perché abbiamo bisogno anche dei nostri amici che ci mancano, come ci manca il nostro posto di lavoro, ecc. Il distanziamento sociale non deve essere un isolamento totale, ma bissona pensare anche agli altri, per proteggere noi stessi e gli altri. Si può essere felici solo quando lo sono anche gli altri.
La solidarietà sociale: per dire che da soli non ce la facciamo, ma insieme possiamo affrontare qualsiasi cosa per il bene di tutti noi. Per la nostra fede, possiamo essere certi dell’esistenza di un Essere supremo che regola tutto e che può agire in qualsiasi momento. Covid-19 è un nemico per tutti che possiamo sconfiggere solo insieme, senza lasciare nessuno alle spalle, ma tutti uniti, ricchi, poveri, autorità, cittadini, civili, soldati, ecc.
Concludo condividendo con voi queste poche foto del Centro Kitumaini. I nostri responsabili sono schierati sul campo per sensibilizzare donne e contadini fornendo loro informazioni reali sulle misure preventive, installando lattine per lavarsi le mani regolarmente, distribuendo mascherine, cibo per anziani e bambini in situazioni difficili, ecc.
Più di 340 donne hanno già beneficiato di queste informazioni, un centinaio di bambini ha ricevuto di una bustina contenente farine di mais, soia, sorgo, moringa e zucchero per far fronte alla fame, un centinaio di persone ha già ricevuto le mascherine e 42 anziani hanno ricevuto riso, zucchero, sale.
La campagna di sensibilizzazione continua sul campo.
Traduzione: Anna Laura Miszerak