Alcuni membri del centro Kitumaini hanno effettuato incontri in ogni angolo della regione Sud Kivu nel corso della settimana fra il 30 marzo e il 4 aprile con le donne che fanno parte delle associazioni di Miti, Kavumu e Katana, affiliate al Centro Kitumaini. Scopo degli incontri era quello di sensibilizzare ed educare le comunità sui metodi di prevenzione al Covid-19.
Nel corso degli incontri, il punto focale è stato quello di informare le donne sulla pandemia che sparge terrore in tutto il mondo e che da qualche tempo ha fatto la comparsa in Repubblica Democratica del Congo dove da Goma si è diffuso anche a Bukavu. Si è parlato delle misure da attuare in ambito familiare per una prevenzione individuale e collettiva.
Al termine di ogni incontro, dopo uno scambio di opinioni e alcune domande, sono stati distribuiti volantini, sia ai membri delle associazioni che a tutti coloro che desiderassero avere ulteriori informazioni. Tenendo conto dell’estrema importanza di lavarsi le mani, sono stati installati dei bidoni/rubinetti dove le famiglie delle donne possono disinfettarsi le proprie mani, per limitare il contagio. Inoltre, le donne si sono impegnate ad informare le altre componenti delle associazioni, che non hanno potuto assistere agli incontri e ad installare ulteriori bidoni all’interno dei rispettivi villaggi.
“Temo l’ecatombe perché non abbiamo i mezzi per combatterlo e perché gli africani sono costretti ad uscire di casa per procurarsi il cibo. Nessun confinamento è dunque possibile, e il Covid-19 si sta diffondendo a velocità da primato”. Questo sono le parole di grande costernazione del Dottor Mukwege, premio Nobel per la pace del 2018. Il ginecologo che ha fondato un ospedale a Bukavu per curare le donne violentate dai soldati e dai ribelli, lancia un grido al mondo ed esprime le sue preoccupazioni riguardo al Paese che ha appena sconfitto l’ebola e ora si vede attaccato da un’altra terribile pandemia.
Per limitare i contagi il governo della Repubblica Democratica del Congo ha disposto la chiusura delle scuole il 18 marzo e il 20 marzo sono entrate in vigore altre misure restrittive per i lavoratori, con la direttiva di rimanere nelle proprie abitazioni.
Anche la Scuola di Pietro ha chiuso momentaneamente, così come il programma contro la malnutrizione infantile, entrambi progetti portati avanti dal Centro Kitumaini. Tuttavia, i responsabili si sono subito messi all’opera per effettuare la consegna a domicilio della “Bouille” (una minestra di più farine iper nutriente) che veniva somministrata a tutti i bambini quotidianamente.
Anna Laura Miszerak