Il premio Nobel per la Pace a Denis Mukwege è una vittoria per tutte le donne che hanno e continuano a subire violenza nel mondo, in particolare è una vittoria per la Repubblica Democratica del Congo e in qualche modo è una vittoria anche per la città di Imola. Fin dagli anni novanta infatti il comitato Imola-Bukavu, formato da volontari che frequentano l’oratorio di San Giacomo, sostiene le attività svolte dal centro Kitumaini (“speranza” in swahili), impegnato nella difesa della pace e nel sostegno delle fasce più deboli della popolazione di Bukavu, la città in cui opera il dottor Mukwege. In particolare il centro Kitumaini offre in parallelo e talvolta in collaborazione con l’ospedale Panzi del dottore premio Nobel assistenza alle donne violentate.
Il progetto di sostegno alle donne iniziò nei primi anni duemila grazie allo stimolo del senatore Giovanni Bersani e l’oratorio di s.Giacomo, insieme a Pace Adesso onlus di
Bologna, hanno continuato a sostenerlo fino ad oggi. I membri del centro Kitumaini in seguito a casi di violenza, si recano nel villaggio della donna colpita ed intervengono curando e sostenendo psicologicamente la persona violentata. Durante le loro visite nei villaggi, capita spesso di venire a contatto con casi di violenza, di fronte ai quali offrono visite, cure, trasporti verso l’ospedale per i casi più gravi, insieme ad un importante sostegno psicologico ed umano. Il medico che si occupa del progetto è Tété Kayembe M’Bowa, che ha lavorato per anni con il dottor Mukwege. Con quest’ultimo la collaborazione è iniziata nel 2004. In particolare per molte donne è impossibile raggiungere l’ospedale di Panzi, spesso a decine di km dal loro villaggio, per questo, oltre al preziosissimo lavoro del dott. Mukwege, capace di operare anche i casi più gravi e tutto gratuitamente (hanno salvato centinaia di migliaia di donne), è da sottolineare il contributo del Centro Kitumaini. I volontari del centro, insieme al dott. Tété hanno aiutato, curato e sostenuto migliaia di donne. Una volta che le donne sono guarite l’assistenza del centro sostenuto da Imola non finisce. Viene infatti offerto loro supporto familiare, corsi di alfabetizzazione e formazione professionale e grazie al microcredito strumenti creditizi, per permettere loro di avviare attività di commercio. Dunque le donne violentate vengono accompagnate fino al reinserimento nella società, ed è ciò che annulla l’effetto
voluto dalle violenze.
È da sottolineare come la violenza sessuale in Congo assuma toni particolarmente drammatici. Con le guerre degli anni novanta, i cui effetti sono ancora oggi visibili, lo stupro iniziò ad essere utilizzato come vera e propria arma. Infatti nelle campagne congolesi la società è incentrata sul ruolo della donna. I mariti sono spesso assenti, talvolta perché in guerra, e così spetta alle mogli sostenere la famiglia, assicurando cibo e istruzione ai figli. Stuprare significa dunque disgregare il tessuto sociale del villaggio. Infatti una volta violata, la donna non viene più considerata degna né utile’ e viene allontanata dalla famiglia e dalla popolazione. Il centro Kitumaini cerca di scongiurare questo fenomeno con un lavoro culturale, che ha portato molti uomini ad accettare la moglie e a continuare a vivere con lei. Le violenze colpiscono persone che vanno dai 4 ai 70 anni, senza distinzioni. Spesso a colpire sono gruppi di uomini, generalmente militari e frequentemente vengono utilizzati anche fucili e altre armi.
Gli interventi del dottor Denis Mukwege permettono la sopravvivenza di queste donne, che grazie al continuo sostegno del centro Kitumaini possono avere cure per ristabilirsi dopo i pesanti interventi e contro le malattie che spesso contraggono. In questo modo migliaia di persone sono state salvate dalla comunità sostenuta da Imola. Oltre a questo nel centro vengono portati avanti altri progetti come programmi per i bambini malnutriti, adozioni scolastiche a distanza, una banca di microcredito e una cooperativa agricola. Tutto ciò continua a sopravvivere grazie alle risorse raccolte dalle attività svolte dall’oratorio di san Giacomo. Si tratta di iniziative semplici come la vendita dei panettoni e delle uova di Pasqua, che tuttavia permettono a questa incredibile realtà di esistere. Proprio ad imitazione dell’oratorio imolese a Bukavu è nata in modo assolutamente autonomo la comunità “Les amis de don Beppe”.
Alla notizia del Nobel al dottor Mukwege, Pierre Lokeka, responsabile del centro Kitumaini e referente principale col comitato Imola-Bukavu, ha commentato: «Speriamo e preghiamo che il Nobel a Mukwege aiuti a capire l’importanza delle attività svolte dal centro Kitumaini. Non possiamo nemmeno stimare quanto abbiamo contribuito all’aiuto di queste donne». Quella di una comunità che non lascia sole le donne e che offre loro la speranza e la possibilità concreta di andare avanti è l’arma premiata dalla comunità internazionale per la promozione della pace.