Bukavu è un’importante città della Repubblica Democratica del Congo, situata ad est, nella regione del sud Kivu, ai confini con il Rwanda. Conta circa due milione di abitanti che sono per buona parte costretti a vivere in catapecchie. Infatti in seguito alle guerre (dal 1996 al 2003) che hanno duramente colpito il Congo e in particolare questa regione portando a milioni di morti, la popolazione delle zone rurali ha trovato rifugio in città, mettendone a dura prova le infrastrutture. Le strade sono per la maggioranza in terra battuta e sono difficilmente percorribili a causa delle buche e del fango presente per la maggior parte dell’anno.
A causa dell’inefficienza del sistema amministrativo dell’intera nazione e delle continue tensioni politiche non sono presenti industrie locali. I cittadini hanno un tenore di vita molto basso e sopravvivono per mezzo di lavori saltuari. Questo è paradossale dal momento che la Repubblica Democratica del Congo è uno dei Paesi più ricchi al mondo per risorse minerarie, tuttavia il reddito pro-capite, pari a $800,8 è tra i più bassi al mondo e il 77% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà (dati relativi al 2016). Oggi il clima è particolarmente instabile, soprattutto nelle province orientali, a causa della presenza di bande armate, di milizie non governative, di ex-militari e di gruppi tribali, i quali effettuano incursioni e razzie con conseguenti massacri di civili.
In questa situazione di estrema precarietà la popolazione non riesce a reagire se non domandando aiuti. In quest’ area operano infatti tutte le maggiori agenzie di soccorso internazionale e tutte portano avanti progetti che cercano di fare fronte alla situazione di estrema indigenza della popolazione. Purtroppo questi aiuti risultano sempre insufficienti e soprattutto rischiano di promuovere fra la gente una mentalità assistenzialistica.